Dieci turisti, provenienti da Israele, Messico, Australia e Austria, sono stati sorpresi dalla polizia indiana a fare una passeggiata in violazione della quarantena e costretti a scrivere su dei fogli per 500 volte “Non ho seguito le regole di blocco, quindi mi dispiace tanto”.
Costretti a scrivere cinquecento volte “mi dispiace” su un foglio di carta da consegnare alla polizia. È la punizione inflitta a dieci turisti stranieri che avevano violato la quarantena imposta dalle norme anti-coronavirus in India, paese che sta riuscendo per il momento a contenere discretamente l’epidemia di coronavirus con meno di 10mila contagiati ufficiali e poco più di 300 morti.
Ciò nonostante il governo ha approvato misure restrittive per le prossime settimane imponendo alla popolazione di restare a casa. I dieci turisti, provenienti da Israele, Messico, Australia e Austria, sono stati sorpresi a fare una passeggiata in violazione al lockdown, racconta l’agente di polizia che li ha sorpresi. E sono stati obbligati, come ammenda, a scrivere per 500 volte: “Non ho seguito le regole di blocco, quindi mi dispiace tanto”.
Lo spiacevole episodio, confermato dalla polizia all’Hinduistan Times, è avvenuto nella città di Tapovan, una delle principali località turistiche dello stato del Rishikesh. Vinod Kumar, responsabile del posto di controllo della polizia, ha dichiarato: “Ci era stato segnalato che alcuni stranieri stavano sfidando il blocco e si stavano recando in spiaggia.
Per questo insieme ai miei agenti abbiamo effettuato un controllo più approfondito scoprendo che effettivamente dieci persone stavano passeggiando”. I dieci turisti una volta fermati hanno confermato alla polizia che la loro intenzione era semplicemente quella di sgranchire un po’ le gambe. “Ho detto loro che sarebbero stati autorizzati a uscire solo per acquistare beni essenziali.
Ho quindi chiesto a uno dei miei uomini di portare 50-60 fogli di carta e ho consegnato cinque pagine ciascuna ai 10 stranieri chiedendo loro di scrivere “Non ho rispettato il blocco. Mi dispiace ‘, per 500 volte, come punizione “.