Tumbling, l’adulterazione del cibo

di redazione

Tumbling, l’adulterazione del cibo

| lunedì 24 Settembre 2018 - 09:57

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Tumbling, l’adulterazione del cibo

Un’incredibile video compilation sull’adulterazione del cibo. Il video è stato realizzato da Natale Motta da Catania e mostra come con una semplice siringa, qualcuno, da come è ben visibile dal video, riesca ad usarla per maggiorare il peso della propria merce. Dal pesce alla carne, sembrerebbe una pratica, ahimè, abbastanza comune.

Un alimento adulterato è un alimento al quale vengono aggiunti altri ingredienti, con l’obiettivo di gonfiarne il peso e abbassare il suo prezzo apparente, il prezzo al chilo che il consumatore valuta. Qualche secolo fa, quando ancora si vendevano sfusi caffé, farina e altri generi alimentari di base, alcuni mercanti più furbi li adulteravano, con l’orzo ad esempio o con farine meno pregiate, ottenendo un miscuglio dal sapore simile, ma dal costo inferiore. Poi sono nate le marche, prodotti confezionati che inizialmente dovevano garantire una certa qualità, la confezione sigillata non poteva essere stata manomessa e il cliente si fidava della grande marca pubblicizzata.

Oggi invece per assurdo sono proprio i prodotti industriali ad essere regolarmente adulterati, per ottenere sapori paragonabili con ingredienti meno costosi, e aumentare così i margini di guadagno. Torniamo alla carne: quello che dobbiamo sapere a volte non è scritto sull’etichetta, ad esempio nel caso della carne destinata alla ristorazione.
Ai polli destinati alla ristorazione viene aggiunta regolarmente dell’acqua, assieme agli additivi che servono per trattenerla all’interno della carne. I produttori olandesi importano polli congelati a basso costo da Thailandia e Brasile, scongelano la carne e poi le iniettano una soluzione di additivi attraverso decine di aghi oppure, con il processo del tumbling: li immergono in immense vasche colme di acqua e additivi, e li rigirano con pale giganti fino al completo assorbimento. Per trattenere l’acqua, si usano proteine estratte ad alte temperature o per idrolisi da animali vecchi o da parti animali non idonee all’alimentazione umana, come la pelle, le ossa, i legamenti e le penne. Funzionano un po’ come gli impianti al collagene usati nella cosmesi: gonfiano la pelle e trattengono i liquidi, formando una sorta di gelatina. Con il vantaggio che l’acqua rimane all’interno del pollo anche durante la cottura. L’unico svantaggio è che non si conosce bene la provenienza di questi additivi, ed è quasi impossibile controllarla. Molti campioni di pollo analizzati contengono proteine di maiale o proteine di manzo. Esistono metodi per adulterare il pollame con scarti bovini impossibili da individuare (che potrebbero anche contenere il virus della mucca pazza – BSE), e che riescono a fargli trattenere fino al 50% di acqua. Una volta che i polli hanno assorbito tutti i liquidi, vengono ricongelati e spediti ad altri produttori per ulteriori lavorazioni, oppure finiscono direttamente alla ristorazione.   

Un’episodio del genere era stato affrontato da FanPage che qualche anno fa aveva portato alla luce il fenomeno del tumbling riportando, sul proprio sito, la seguente notizia.

Gonfiano il pollo iniettando delle sostanze: ecco il tumbling
Un video “impressionante” secondo molti e che sta facendo il giro del web. Mostra come vengono trattati alcuni polli prima di essere surgelati. La pratica è conosciuta come “tumbling“: viene usata un grosso ago collegato ad un tubo per iniettare nell’animale del liquido ricavato, il più delle volte, da scarti di altre carni ma anche vegetali, che compongono un vero e proprio brodo. La sostanza, secondo chi pratica il tumbling, renderebbe la carne più gustosa al momento della cottura ed eviterebbe un deterioramento al momento del surgelamento. C’è chi però critica tale abitudine definendo il tumbling come un escamotage per aumentare il peso del pollo. C’è chi è ancora più critico con simile pratica definendola addirittura come correlata a patologie collegate al consumo di carne di pollo (come il BSE).

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