“Sono ore drammatiche”. Nuovo lockdown, l’annuncio poco fa

di admin

“Sono ore drammatiche”. Nuovo lockdown, l’annuncio poco fa

| venerdì 23 Ottobre 2020 - 12:58

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“Sono ore drammatiche”. Nuovo lockdown, l’annuncio poco fa

Il presidente della Lombardia Attilio Fontana ha lanciato questa mattina, attraverso Sky TG 24, un appello ai cittadini per contenere l’epidemia del Coronavirus, vista la recente impennata dei contagi e la situazione preoccupante in particolare nel capoluogo, dove l’infettivologo Massimo Galli prevede «la battaglia di Milano». «Si deve chiedere a cittadini un grande sforzo e disponibilità a rispettare regole e limitazioni che non fanno piacere a nessuno e che non sono giuste ma che vanno rispettate in una situazione che è drammatica – ha detto Fontana -. Lo chiedo con il cuore il mano e la coscienza che i nostri cittadini hanno dato una risposta eccellente nella prima ondata. Chiedo loro questo sacrificio. In particolare ai più anziani, i malati cronici e più fragili: devono rimanere in casa il più possibile, isolate il più possibile. Questo è un passaggio fondamentale. Il loro rimanere a casa li tutela ».

Lockdown e zona rossa

A proposito di un possibile lockdown e di una zona rossa in Lombardia, vista la situazione sanitaria attuale e la crescente pressione sui Pronto soccorso e le ambulanze, questa la risposta di Fontana: «Guardiamo i numeri, dobbiamo iniziare a valutare i risultati delle misure che abbiamo assunto poi faremo ragionamenti. Tutto può essere, ci riserviamo di fare valutazioni sulla base dei risultati. Se l’impennata dovesse continuare può darsi che si prenda un provvedimento diverso». «Quello che va valutato – ha detto – non sono solo i numeri, ma più di tutto «la situazione delle terapie intensive, dell’occupazione degli ospedali. (Continua..) 

Dobbiamo evitare che la nostra sanità sia ingolfata tanto da non essere efficiente. Abbiamo una serie di scenari, adesso siamo entrati nel terzo, in cui sono scattati alcuni provvedimenti. Se le cose dovessero continuare a peggiorare ci sarà un altro scenario e poi un altro ancora. Credo che non si debba ipotecare il futuro, bisogna cercare di capire come reagirà il virus di fronte ai nostri provvedimenti. Se con i provvedimenti che stiamo assumendo e abbiamo assunto il contagio dovesse rallentare, non necessariamente fermarsi, si potrebbe molto probabilmente evitare» un lockdown. «Sono valutazioni – ha spiegato – di carattere squisitamente tecnico, siamo in contatto costante col comitato tecnico, con un comitato ristretto che valuta i numeri, e giorno dopo giorno cerchiamo di mettere in pratica quelli che sono i provvedimenti che loro ci consigliano e che sono i più opportuni. Siamo in contatto anche con il Governo quotidianamente, perché è giusto che i reciproci dati possano essere utilizzati da entrambi e ci si possa confrontare sulle valutazioni che è necessario fare».

L’ospedale in Fiera

Per quanto riguarda la situazione del contagio all’interno, Fontana ha dichiarato: «Abbiamo già irrigidito le modalità per le Rsa ma c’è rischio che siano i lavoratori a portare il contagio dall’esterno. La situazione è estremamente attenzionata, ci sono protocolli rigidi e sono convinto che si potrà contenere». E sull’ospedale della Fiera di Milano: «Avrei voluto continuare ad averlo lì come una garanzia, una ruota di scorta. Qualcosa che potesse essere utilizzato in caso di bisogno ma che non dovesse essere utilizzato. Purtroppo invece siamo arrivati al punto in cui dobbiamo farlo riaprire per consentire di allentare la pressione sugli altri ospedali, per consentire loro di dedicarsi anche alle altre patologie. Guido Bertolaso, in visita nella struttura, ha riferito: «Oggi pomeriggio arriveranno i primi sei pazienti trasferiti dalla rianimazione di un altro ospedale». In circa una settimana arriveranno una trentina di malati, e fino a 45. (Continua..) 

Il coprifuoco

Le immagini di una Milano deserta dopo le 23 a causa del coprifuoco «è un film angosciante che avrei voluto non rivedere, che non mi riempie certo di gioia, ma che è obbligatorio vedere tenendo conto della situazione dei contagi», ha detto Fontana. «I provvedimenti assunti – ha spiegato – vanno nella direzione di cercare di contenere il contagio. È chiaro che bisogna monitorare giorno dopo giorno e decidere se sia il caso di andare avanti con questi provvedimenti o se debbano esserne assunti di più gravi. Noi cerchiamo di fare in modo che si arrivi gradualmente e che si evitino quei provvedimenti che rischiano di essere troppo gravi per i nostri cittadini, per l’economia ma anche per la vita ordinaria. Per Fontana sono «leggende metropolitane» i retroscena sulla contrarietà del segretario della Lega Matteo Salvini al coprifuoco in Lombardia. «Matteo Salvini – ha spiegato – è venuto soltanto per conoscere più direttamente e approfonditamente quali erano i dati che erano in mio possesso. È tutto finito lì, è stata una sua valutazione dei dati, non c’è stato nessun litigio, nessuno scontro, nulla di tutto quello che queste favole raccontano.

Alla fine, esaminati i dati, si è convinto che il coprifuoco era una situazione inevitabile». Sulla dibattutissima questione, Fontana ha dichiarato: «Sulla base dei dati noi dobbiamo ridurre la pressione sul trasporto pubblico locale», in particolare nello spazio delle «due ore» di punta: «Nel resto della giornata lavora in modo accettabile, con copertura introno al 50-55%», mentre «nell’ora di punta c’è grande affollamento su metro e bus». Secondo Fontana quindi «o riduciamo la gente che va al lavoro o la gente che va a scuola». «Io – ha precisato il governatore – sono sempre stato a favore scuola in presenza, ma in caso di necessità bisogna fare scelte dolorose». Il governatore ha ricordato che il provvedimento, per il momento, ha una durata limitata: «Abbiamo 13-14 giorni di tempo per studiare una modalità di diluizione degli orari di lavoro e di studio», ha detto, sottolineando che «è da giugno che stiamo chiedendo al governo un intervento sia economico sia in merito alla diluizione orari, non abbiamo avuto risposta. Abbiamo due settimane, speriamo che il governo ci risponda».

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