Gioele, iniziata l’autopsia: ecco cosa hanno trovato nel corpo del bimbo

di admin

Gioele, iniziata l’autopsia: ecco cosa hanno trovato nel corpo del bimbo

| mercoledì 26 Agosto 2020 - 11:56

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Gioele, iniziata l’autopsia: ecco cosa hanno trovato nel corpo del bimbo

Dj morta, iniziata l’autopsia su Gioele: la tac rileva “pietruzze” nel corpo del bambino. È iniziata l’autopsia sui resti di Gioele, il bambino di 4 anni figlio di Viviana Parisi, la deejay trovata morta lo scorso 8 agosto cinque giorni dopo la sua scomparsa dopo l’incidente avvenuto sulla A20 Messina-Palermo. L’autopsia si svolge al Policlinico di Messina.

Pietruzze nel corpo di Gioele per determinare il luogo della morte

Nel corpo, come apprende l’Adnkronos, c’erano delle pietruzze che potrebbero essere utili ai periti per stabilire il luogo della morte del bambino ma anche la data del decesso. La tac sui resti del piccolo Gioele è servita per effettuare dei «rilievi antropometrici», come ha spiegato Daniela Sapienza, medico legale della task force di esperti che parteciperà all’autopsia. «Per correlare il soggetto all’età anagrafica, sesso, e quanto utile per fare i rilievi antropologici». «E quindi, all’identificazione» del piccolo Gioele. «Poi andiamo a vedere se ci sono segni di lesività macroscopica su questi resti – ha detto ancora il medico legale – e infine vediamo di determinare l’epoca della morte». L’autopsia terminerà nella tarda mattinata. (Continua…)

Nuovi accertamenti anche presso il laboratorio genetico forense della Polizia scientifica di Palermo, per esaminare alcune tracce biologiche, sei in tutto, ritrovate sulla Opel Corsa di Viviana Parisi, la deejay di 43 anni trovata morta lo scorso 8 agosto nei boschi di Caronia (Messina). Gli esperti nominati dal Procuratore di Patti Angelo Vittorio Cavallo dovranno accertare di che tipo di tracce biologiche si tratta e, soprattutto, se sono recenti. Tra le ipotesi avanzate dalla Procura, anche se non è la pista privilegiata, c’è quella dell’incidente stradale in cui il piccolo, senza la cintura allacciata al seggiolino, avrebbe sbattuto la testa e si sarebbe ferito.

«Il miasma è ancora presente nell’aria. Mi chiedo come sia possibile che nessuno, non solo di coloro che si sono adoperati per le ricerche, ma anche degli abitanti del luogo, non abbia percepito questo cattivo odore. Eppure è una zona con una certa densità abitativa». Lo ha detto l’avvocato Claudio Mondello, cugino e legale di Daniele Mondello, padre di Gioele. «Anche il cadavere di Viviana era a 15-20 metri da una proprietà recintata – aggiunge – è impossibile che nessuno abbia visto, anzi sentito, alcunché». (Continua…)

L’avvocato ipotizza che il corpo del bambino sia stato «verosimilmente trascinato nel luogo dove poi è stato ritrovato» e che «non si conosce la posizione originaria, quella in cui è morto». Sulla tesi dell’omicidio-suicidio il penalista ricorda che «la presunzione di innocenza nel nostro ordinamento deve valere per tutti». «Se ci sono elementi va bene – sottolinea -, altrimenti no. E non so se ci saranno mai questi elementi, io ne dubito». Però, perché la madre, invece di chiedere aiuto, è scesa dalla sua auto con il bambino in braccio correndo verso i boschi di Caronia?

Dopo avere scavalcato il guardrail dell’autostrada? Sono alcune delle domande a cui la task force di esperti nominata dalla Procura dovrà dare risposte. Intanto ieri sera è terminato solo poco prima delle 21 il sopralluogo nei boschi di Caronia da parte degli esperti, i due medici legali, l’entomologo, il geologo forense, lo zoologo, chiamati dal Procuratore di Patti Angelo Vittorio Cavallo. «Le domande sono tante e noi faremo del nostro meglio per rispondere a tutte», ha detto Stefano Vanin. «Il Pool di specialisti che sta lavorando è molto qualificato e sono tutte persone molto brave ma – ha aggiunto Stefano Vanin – è un caso difficile». «Dobbiamo vedere, dipende tutto dai risultati delle analisi. A priori non si dice assolutamente niente. Con i dati alla mano poi arriveremo ad avere delle risposte».

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