Gioele, il gesto choc del padre davanti alla bara del piccolo

di admin

Gioele, il gesto choc del padre davanti alla bara del piccolo

| mercoledì 19 Agosto 2020 - 22:18

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Gioele, il gesto choc del padre davanti alla bara del piccolo

A chiudere questa vicenda che ha tenuto l’intera Sicilia con il fiato sospeso per venti giorni è l’immagine di Daniele Mondello, il padre del piccolo Gioele di quattro anni, in lacrime sulla bara dove sono stati adagiati i resti umani trovati questa mattina nelle campagne di Caronia e che, secondo gli investigatori, sono quasi certamente compatibili con quelli del bambino, scomparso il tre agosto scorso insieme alla madre, la dj Viviana Parisi, poi trovata morta.
Il feretro è stato composto al termine del sopralluogo compiuto dai medici legali e dalla scientifica, alla presenza del procuratore di Patti Angelo Cavallo che sta coordinando le indagini.

Una scena straziante
Alla scena straziante erano presenti anche i familiari dell’uomo, che hanno cercato inutilmente di consolarlo.
Anche se soltanto l’esame del dna potrà dare la certezza che quei resti sono di Gioele, il ritrovamento dei resti degli abiti che il bimbo indossava lasciano poche speranze.
Il corpo del bambino sarebbe stato orrendamente mutilato e straziato dagli animali selvatici e i resti – una parte del tronco e della testa e alcuni arti – sono stati pietosamente adagiati nella bara e poi trasportati all’istituto di medicina legale per l’autopsia.

Il Procuratore, resti compatibili con l’età di Gioele
“Abbiamo trovato dei resti umani compatibili con quelli di un bambino dell’età di Gioele” ha detto il procuratore di Patti Angelo Cavallo incontrando i giornalisti, al termine del sopralluogo nella zona dove è stato effettuato il ritrovamento.
“Ovviamente – ha puntualizzato il magistrato – ancora non possiamo dare certezze scientifiche, vanno fatti tutti gli accertamenti medico legali”.
“In questo momento – ha aggiunto Cavallo – ci dobbiamo stringere attorno a questa famiglia e a questo bambino.

Abbiamo sempre pensato che si trovasse in questo posto e i fatti ci hanno dato ragione. Ringrazio tutte le persone che a qualsiasi titolo hanno contribuito alle ricerche. Ora dobbiamo lavorare come abbiamo fatto fin’ora e andare a fondo a questa storia triste”.
I resti trovati da un ex Carabiniere
A trovare i resti è stato un ex Carabiniere in pensione, Giuseppe Di Bello, di 55 anni, di Capo D’Orlando, che aveva raccolto l’appello di Daniele Mondello, padre di Gioele, unendosi ad alcune centinaia di volontari per perlustrare la zona attorno all’autostrada Messina-Palermo.
Di Bello, trovati i resti, ha chiamato i Vigili del fuoco che a loro volta poi hanno girato la segnalazione al procuratore Cavallo e alla Polizia scientifica.


Francesco Radicic, un altro volontario che era insieme all’ex carabiniere, ha detto che Di Bello era molto motivato: “aveva in mano una falce con cui si è fatto largo in mezzo ai rovi e a una fitta vegetazione fino a trovare i resti”.
Il racconto del ritrovamento
“Sono arrivato sul posto alle cinque del mattino – ha detto Di Bello – e abbiamo trovato i resti dove gli altri non avevano cercato intorno alle 10.20. Ho subito dato l’allarme”.


I resti erano a duecento metri dalla piazzola in cui la Parisi aveva abbandonato la macchina dopo aver subito un incidente e a settecento metri dal traliccio sotto al quale è stato trovato il cadavere della donna.
Il giallo, insomma, è ancora aperto.

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