Forte boato e tanta paura, la terra ha tremato di nuovo: “Il vulcano si è risvegliato”

di admin

Forte boato e tanta paura, la terra ha tremato di nuovo: “Il vulcano si è risvegliato”

| lunedì 31 Agosto 2020 - 15:13

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Forte boato e tanta paura, la terra ha tremato di nuovo: “Il vulcano si è risvegliato”

Quindici scosse di terremoto in rapida sequenza, dalle 14 di venerdì 28 agosto alle 13,36 di ieri, domenica 30 agosto e poi – finora – il silenzio. Il Vulcano Laziale, gigante tutt’altro che dormiente, torna a lanciare il proprio grido: sono sveglio, eccome! Un vulcano, grande quanto l’Etna se non di più, che nella notte dei tempi ebbe la forza di modellare e creare le pianure tra le quali si trova ancora oggi: quella romana e quella pontina. Un edificio originario che secondo gli esperti, arrivava a superare anche i 3 mila metri: oggi sfiora i mille metri col Maschio delle Faete (956) e con Monte Cavo (949), entrambi nel territorio comunale di Rocca di Papa.

Ebbene, da decenni il Vulcano Laziale – che ospita tutti i Castelli romani, alle sue pendici e nei suoi punti più elevati (il Comune a più alta quota, 768 metri sul livello del mare, è Rocca Priora) – è un osservato molto speciale da parte degli studio dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Senz’altro per la sua vicinanza a Roma ma anche per la sua storiografia, le sue dimensioni, il suo attivismo. La prima scossa di quest’ultima serie è stata quella delle ore 14 di venerdì 28 agosto 2020, con magnitudo 3.0: (Continua…)

una scossa ben avvertita da tutta la popolazione castellana e fino alla periferia romana. L’epicentro, praticamente lo stesso per tutte e 15 le scosse fin qui registrato, è stato localizzato tra il Vivaro e la Doganella, nei pressi del bosco del Cerquone, tra i territori comunali di Rocca Priora e Lariano. Due località castellane che in questi giorni sono apparse piuttosto spesso nell’elenco degli eventi registrato dall’INGV.

Tra le 14 scosse successive a quella d’apertura, 6 hanno fatto registrare una magnitudo superiore al 2, compresa tra 2.1 e 2.8. Ed alcune di queste scosse sono state ancora nettamente avvertite. In realtà il Vulcano Laziale aveva dato grandi segni di vitalità anche 14 mesi fa: il 23 giugno 2019 una forte scossa di magnitudo 3.6 rese agitata la serata dei cittadini dei Castelli e di gran parte di Roma. In quel caso ad attivarsi era stato un ipocentro compreso tra Colonna (la cui chiesa parrocchiale riportò seri danni al campanile), Valle Martella e Zagarolo, nella periferia sud-est di Roma. (Continua…)

Un evento al quale ne seguirono, nel corso del mesi successivi, almeno altri 20, seppur tutti di intensità inferiore. Tutti inconfutabili segnali della attività del gigante che non dorme ma che è invece molto attivo. Un vulcano che non provoca solo terremoti dati appunti dal presupposto rigonfiamento del suo edificio ma che si fa sentire anche e soprattutto per la forte presenza di gas (radon compreso) nel sottosuolo. Non rari sono episodi di perforazione di sacche di anidride solforosa ed altri gas di origine chiaramente vulcanica. In una intervista esclusiva a ilmamilio.it, nel 2016, la ricercatrice dell’INGV e direttrice del museo Geofisico di Rocca di Papa, Giuliana D’Addezio, disse che

“quello che abbiamo notato in questi ultimi anni è un certo sollevamento dei terreni, parliamo di qualche millimetro all’anno, un fenomeno che può essere provocato dal graduale riempimento della camera magmatica”. Un vulcano il cui ciclo vitale è stato stimato in 38-40mila anni e che, a livello di massicce emissioni di magma, è in quiescienza da circa 35mila anni. Terremoti, gas, sollevamento del terreno e fonti di acque minerali ed anche sulfuree, testimoniano la vitalità del nostro vulcano. Che bisogna rispettare e conoscere.

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