Tiziana Cantone, svolta nelle indagini: ecco cosa è emerso

di admin

Tiziana Cantone, svolta nelle indagini: ecco cosa è emerso

| lunedì 18 Gennaio 2021 - 20:28

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Tiziana Cantone, svolta nelle indagini: ecco cosa è emerso

C’è un nuovo elemento che emerge nella storia di Tiziana Cantone, la 31enne trovata senza vita il 13 settembre 2016 dopo che alcuni video privati erano finiti su Internet a sua insaputa.

Dopo il recupero di alcuni dati cancellati dai device della ragazza mentre erano in custodia dei carabinieri i consulenti, incaricati dalla famiglia, hanno trovato tracce di Dna maschile, appartenente a due uomini, sulla pashmina che la 31enne aveva intorno al collo quando fu trovata dalla zia che ha fatto ipotizzare che si fosse tolta la vita. (CONTINUA DOPO LA FOTO…)

È stato il genetista nominato dallo staff di difesa di Teresa Giglio, madre di Tiziana, a trovare le tracce. Nel fine settimana il laboratorio ha separato le tracce maschili trovate scoprendo che sarebbero diverse, quindi di due uomini; l’esito è stato trasmesso alla Procura di Napoli Nord al sostituito Giovanni Corona).

La pashmina è stata dissequestrata a novembre su richiesta del legale della Giglio, Salvatore Pettirossi e del team di studi legali con sede a Chicago – l’Emme-Team – di cui da parte lo stesso Pettirossi, che da oltre un anno assistono la Giglio nella sua battaglia per conoscere la verità sulla morte di Tiziana. (CONTINUA DOPO LA FOTO…)

Per ora le indagini difensive hanno portato all’apertura, da parte della Procura di Napoli Nord, di un’inchiesta per frode processuale in relazione alla cancellazione di tutti i dati contenuti nell’iphone e nell’ipad di Tiziana mentre gli apparecchi erano in custodia della Polizia giudiziaria per gli accertamenti successivi alla morte. Ma la Giglio spera che la Procura di Napoli Nord apra un’indagine anche per omicidio, e ciò che emerso dall’analisi della pashmina ritrovata attorno al collo di Tiziana dopo la morte, lascia qualche prospettiva.

Intanto ieri sera, proprio la Giglio ha subito un’intrusione informatica sul proprio account Facebook, ma l’Emme-Team ha scoperto che l’intrusione sarebbe avvenuta da un server professionale con l’uso del sistema operativo Linux, riuscendo anche ad identificare il responsabile, ovvero la posizione Gps, il suo dispositivo e il suo indirizzo Ip; tutto è stato consegnato alla Procura.

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