Selvaggia Lucarelli: “Chiara Ferragni? Il suo orizzonte non va oltre le sue ciabatte Gucci”

di Redazione

Selvaggia Lucarelli: “Chiara Ferragni? Il suo orizzonte non va oltre le sue ciabatte Gucci”

| giovedì 09 Febbraio 2023 - 00:17

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Selvaggia Lucarelli: “Chiara Ferragni? Il suo orizzonte non va oltre le sue ciabatte Gucci”

E parliamo di questo benedetto monologo. Arrivo ultima, lo so, ma avevo da scrivere altro”. Selvaggia Lucarelli, fresca di ritorno al “Fatto Quotidiano”, affila la penna e “infilza” Chiara Ferragni, fresca di debutto in tv.

La giornalista esordisce asserendo che l’ormai celeberrima “lettera alla piccola Chiara” non sarebbe stata scritta da Chiara adulta ma da Fabio Maria Damato, general manager di The Blonde Salad e di Chiara Ferragni Collection.

Chiara Ferragni (Foto da Instagram)

“Non è abbastanza modesta e consapevole da comprendere i suoi limiti”

“Quando mi hanno detto – molto prima che lo dichiarasse – che il monologo Chiara Ferragni se lo sarebbe scritta da sola (cioè col suo manager, che poi è la stessa cosa), ho avuto la conferma di quello che ho sempre pensato di lei: ha un orizzonte emotivo, professionale e culturale che non va oltre le sue ciabatte Gucci. Non conoscendo nulla del mondo, non avendo interessi o curiosità che non siano se stessa e l’immagine di se stessa che arriva agli altri, non è abbastanza modesta e consapevole da comprendere i suoi limiti e i margini di miglioramento. Ferragni pensa di non aver bisogno di nessuno se non del suo cerchio magico, abitudine tipica di chiunque miri a conservare il suo status circondandosi di adulatori e parenti, e tenendo lontano chiunque provi a dire ‘forse su questo puoi lavorare’. Il monologo gliel’ha scritto un uomo-manager-stylst- ghostwriter e ormai qualunque cosa, le amiche più fidate sono le sorelle e la madre, il suo scudo mediatico è la stampa amica e ormai uno stuolo di influencer al suo servizio in cambio di elemosina”.

Selvaggia Fabio Maria Damato e Chiara Ferragni (Foto Instagram)

“Non ha paura di non essere abbastanza, ha paura di fallire, che è un’altra cosa”

Mentre leggeva la sua lettera sul palco dell’Ariston, Chiara Ferragni si rivolgeva a quanti, come lei, almeno una volta nella vita non si sono sentiti abbastanza per qualcosa e per qualcuno. Secondo Selvaggia Lucarelli, l’imprenditrice digitale sarebbe tutt’altro che insicura. “Non ha paura di non essere abbastanza, ha paura di fallire, che è un’altra cosa – spiega – Il suo non è un problema con se stessa – lei si piace moltissimo- è un problema con l’eventuale dissenso del pubblico. Come tutti i narcisisti patologici ha un’enorme paura di essere smascherata. Da qui il suo terrore, di sempre, delle interviste, perché lei- maniaca del controllo – è l’unica narratrice di se stessa, e assistendo ieri alla conferenza stampa che l’ha costretta per una volta a rispondere con parole anziché con i selfie, viene anche facile capire il perché”.

Chiara Ferragni (Foto Instagram)

“Il focus era dare l’idea di aver combattuto contro mostri e nemici”

E andiamo al monologo che la Lucarelli non esita a definire “cringe”: “Mentre scomodava tutti i problemi del mondo per posizionarsi come ragazza impegnata – mica solo moda e frivolezze- e snocciolava sessismo, hating, maternità, normalizzazione di non so che, bodyshaming, il problema delle falde acquifere tra le fondamenta, la dermatite squamosa e insomma, mancava solo la fame nel mondo ma solo perché madre e sorelle si stavano sconfanando di hamburger per adv, alla fine ti chiedevi: vabbè ma quindi che ha detto? In effetti nulla. Non c’era un vero focus, perché il focus era dire fintamente a se stessa – bambina quanto è figa, ricca, con una bella famiglia, sexy, brava madre e dirlo in realtà al pubblico, auto-assolvendosi da qualunque possibile colpa, limite, lacuna, dando l’idea di aver superato ostacoli e combattuto contro mostri e nemici”.

Amadeus e Chiara Ferragni (Foto da video)

“Di violenza psicologica ne ha letto in qualche slide su Instagram”

“Fino a due anni fa lei che di anni ne ha 35 mica 18, non aveva mai sentito parlare di violenza psicologica, poi un giorno ne ha letto in qualche slide su Instagram – continua Selvaggia – Cioè, non ha mai letto non dico un libro sul tema, ma un articolo di giornale, non ha mai visto mezza puntata di Amore criminale, non ha mai frequentato nessuno che gliene parlasse. Una roba spaventosa. E quindi improvvisamente inizia a ‘parlare’ un po’ a caso di donne, violenza, fragilità, hater, aborto con la profondità, appunto, di una slide su Instagram, senza mai andare oltre le due righe d’ordinanza della serie viva le donne viva il femminismo, il cachet in beneficenza e tanti cari saluti, ora sono pure attivista 2.0, femminista digitale, Carlotte Vagnoli scanzatevi”.

“In quell’operazione non c’era uno straccio di pensiero femminista”

Selvaggia Lucarelli boccia il debutto televisivo di Chiara Ferragni senza possibilità d’appello: “No, la tv non è il suo mestiere, non c’è carisma, non c’è manco un accento giusto per sbaglio, non c’è un volto che buca. Ma questo conta poco, forse è vero, su quel palco abbiamo visto anche di peggio.  La cosa seria è che ieri, in quella operazione, non c’era uno straccio di pensiero femminista. Era tutto immensamente egoriferito e pensato principalmente con due scopi: per far parlare (la scritta sullo scialle da far diventare un meme, il vestitino fesso con le scritte degli hater, l’abito con le tet*e disegnate) e per proteggerla il più possibile dalle critiche (dì che hai paura anzi, fai di più, porta la BAMBINA che eri sul palco e non ti colpiranno). Ed è così che il suo artefatto manifesto del femminismo si è trasformato nell’operazione più anti-femminista che si potesse partorire”.
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“La ‘nudità’ rimette il corpo al centro del dibattito”

“Quella ‘nudità’ rimetteva il corpo al centro del dibattito – argomenta – e quella fragilità ribadita ogni due secondi con la vocina da bambina lagnosa l’ha messa al centro di una insopportabile nenia paternalistica tra conduttori che continuavano a rassicurarla dicendole ‘brava’, anche un po’ sorpresi dal fatto che conoscesse i verbi come fosse una bambina scema e ‘critiche’ di giornalisti che ‘vabbè dai è spigliata’, ‘pensavo peggio’, ‘se la cava’. Che voglio dire, devi leggere un cartoncino sul palco a 35 anni, peggio che usare l’intonazione da sciura borghese dei Bagni misteriosi e non azzeccare una vocale aperta e chiusa, cosa doveva fare? Vomitare?”.

Amadeus, Anna Dan, Gianni Morandi, Chiara Ferragni e Giovanna Civitillo (Foto Instagram)

“La Ferragni indossa una maschera diversa a seconda dell’algoritmo”

Su una cosa soltanto ha ragione, secondo Selvaggia Lucarelli: “Nessuno ha creato e crea Chiara Ferragni. Chiara Ferragni partorisce se stessa continuamente, sempre uguale ma con una maschera diversa a seconda dell’algoritmo del momento, figlia del suo ego perennemente gravido. Il tutto scambiando l’egolatria per autodeterminazione.

Eppure le basterebbe poco, per essere davvero protagonista di una rivoluzione, era perfino sulla strada giusta. Se solo avesse capito che la moda non è frivolezza e che poteva occuparsene con una profondità maggiore che producendo brutte, costose borsette con occhi stilizzati che finiscono in televendite con bambini adultizzati, forse oggi si troverebbe appagata in quel ruolo da leader (…) Ieri l’avrei preferita senza lezioncine e spiegazioni, con abiti portatori di figaggine e non quella galleria di vestiti scialbi, ornati di inutili, ridondanti messaggi del ca**o.  Ridateci la Chiara privilegiata che ci sbatte in faccia la sua ricchezza e il suo narcisismo sfrontato senza voler sembrare la piccola fiammiferaia.  Quello, a suo modo, era pensarsi libera. Ora è piena di catene e il bello è che se l’è messe da sola”.

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