Nuovo annuncio del Governo, arriva lo stop da parte del Ministro Speranza: “Lunare parlare di un Natale normale”

di admin

Nuovo annuncio del Governo, arriva lo stop da parte del Ministro Speranza: “Lunare parlare di un Natale normale”

| domenica 15 Novembre 2020 - 15:20

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Nuovo annuncio del Governo, arriva lo stop da parte del Ministro Speranza: “Lunare parlare di un Natale normale”

Lo dice tutto d’un fiato, ma è difficile dargli torto. “Sinceramente – confida Roberto Speranza – parlare, con seicento morti al giorno, di cosa facciamo la notte di Natale mi sembra lunare. Oggi è giusto occuparci di come dare un po’ di respiro ai nostri medici e infermieri, non mi sembra il momento di discutere delle feste natalizie”. Altro che allentare i divieti, programmare cenoni, organizzare viaggi, sfruttare l’eventuale deroga al coprifuoco. Per il ministro della Salute bisogna “resistere, studiare la curva da qui a fine mese, tenere a mente come abbiamo pagato le feste di agosto. Serve grande prudenza fino al vaccino”.

Non sarà un Natale normale, non potrà esserlo. Lo pensa Speranza, lo sostiene Dario Franceschini, che rappresenta il Pd al governo. “Le misure per dicembre andranno decise più avanti – spiegava ieri ad alcuni dei ministri dem -. Ma meglio dire la verità e non alimentare irrealistiche previsioni di magico ritorno alla normalità. Sarà un Natale molto diverso dagli altri. E l’esperienza di Ferragosto è lì ricordarci di non sbagliare”. (Continua..)

Significa che non ha senso immaginare cosa sarà dell’epidemia tra quaranta giorni. Ma vuol dire anche dare per scontato che tra Natale e Capodanno saranno in vigore misure di contenimento severe, per evitare migrazioni di massa tra Nord e Sud, o raduni capaci di rilanciare il contagio. L’obiettivo del governo è che sia una festa tra pochi intimi, addirittura solo tra conviventi nelle Regioni sottoposte per allora al lockdown. Con il limite di sei in famiglia, che resterà quasi certamente in vigore. Con il sicuro bando alle feste in luoghi pubblici, cenoni e veglioni.

Con il possibile blocco della circolazione interregionale, attualmente in vigore quasi ovunque, (ad eccezione di Lazio-Molise e Veneto-Trentino) da riproporre anche con una norma ad hoc, se le Regioni dovessero tornare in area “gialla”. Potrebbe però tornare nel luogo di residenza chi è fuori per lavoro o studio. Piedi per terra, realismo e niente eccezioni. È quello che chiede allarmato anche il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli, “non possiamo pensare che Natale faccia eccezione”. È la linea di Francesco Boccia, che ieri ha riunito i segretari regionali del Pd per pregarli di non inseguire chi vuole infiammare le piazze, e quindi di evitare polemiche con i governatori che attaccano il governo, siano essi di maggioranza – come De Luca o Giani – o di opposizione. (Continua..)

“Posticipare l’inizio del coprifuoco la notte di Natale? Ora la priorità – sostiene il ministro – è mettere in sicurezza sul piano sanitario il Paese. È presto per parlarne. Dovrà essere un Natale prudente e coscienzioso. Dipenderà dai dati dell’epidemia, ma saremo rigorosi”. Resta il problema del coprifuoco. Se venisse prolungato l’attuale Dpcm, resterebbe in vigore questo limite. A Giuseppe Conte però la misura non è mai piaciuta. Ne fa una questione di realismo, pensa che difficilmente congiunti e amici – anche se in numero ridotto – rinunceranno a riunirsi dopo le 22. E però, anche il premier fa sapere che non passerà mai una linea da “liberi tutti”, e questo perché “non possiamo vanificare gli sforzi fatti”.

Di certo resterà il bando a muoversi dopo le 22 nei territori sottoposti al regime “rosso”, perché lì è addirittura vietato uscire di casa. È probabile che vengano fissati anche dei limiti allo shopping: se di orario o di “capienza” nelle vie più gettonate è da definire. Nel frattempo, parlano i dati. Di buono c’è che ieri, per la prima volta, il numero di positivi rispetto allo stesso giorno della settimana precedente è calato. E anche l’incremento sui sette giorni è stato contenuto, fermandosi al 9%. Ma la situazione resta grave, perché si contano comunque altri 37.255 malati su 227.695 tamponi e 544 morti in 24 ore. I ricoveri in terapia intensiva salgono di altre 76 unità. Assieme ai ricoveri ordinari, mettono a repentaglio un sistema sempre più saturo: “Si stanno raggiungendo le soglie limite – avverte Silvio Brusaferro (Iss) – ma bisogna considerare i posti letto attivabili che si stanno predisponendo”.

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