Muore a 20 anni per un bicchiere d’acqua: “Pregava ma non gliel’hanno dato”

di Redazione

Muore a 20 anni per un bicchiere d’acqua: “Pregava ma non gliel’hanno dato”

| domenica 12 Giugno 2022 - 02:17

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Muore a 20 anni per un bicchiere d’acqua: “Pregava ma non gliel’hanno dato”

Muore per un colpo di calore dopo che i suoi allenatori si sono rifiutati di portargli dell’acqua. Grant Brace, 20 anni, uno studente dell’Università di Cumberland nel Kentucky stava facendo i suoi allenamenti di wrestling quando ha chiesto di poter prendere dell’acqua. Un permesso negato dai suoi allenatori a causa delle sue scarse performance sportive che però gli è costato la vita.

Muore a 20 anni per un bicchiere d’acqua

Il 20enne è stato costretto ad eseguire ripetuti sprint su quella che viene definita la “collina della punizione”. Una serie di ripetizioni con un discreto dislivello in una giornata calda. Grant ha chiesto di poter bere, ma gli è stato negato il permesso perché era rimasto indietro rispetto al resto dei suoi compagni. Il giovane stava visibilmente male, si contorceva a terra, parlava in modo confuso, eppure nessuno gli ha portato un bicchiere di acqua, secondo quanto riferito da testimoni alla polizia locale di Williamsburg, nel Kentucky.

Così è stato ritrovato il giovane, morto senza acqua

Finiti degli allenamenti il 20enne è stato ritrovato a terra riverso nel suo stesso vomito. A nulla sono serviti i soccorsi e secondo i medici ad ucciderlo sarebbe stato un colpo di calore dovuto alla carenza di acqua. Diversi testimoni hanno parlato di abusi verbali da parte degli allenatori e di punizioni al limite della sopportazione. Alcuni compagni avrebbero provato ad aiutarlo ma sono stati inibiti dagli allenatori intenzionati a punire il giovane.

“Pregava per un bicchiere di acqua ma non gliel’hanno dato”

A Brace è stato detto di “uscire” dall’allenamento e in seguito è stato trovato morto all’esterno, crollato nell’erba vicino a una recinzione in costruzione nel campus, secondo i rapporti WATE della famiglia. Countryman e Sinkovics sono accusati di grave negligenza, inflizione intenzionale di stress emotivo e inflizione negligente di stress emotivo, secondo l’ Herald-Leader. Oltre agli ex allenatori, altri imputati nella causa sono la Cumberland Foundation, il presidente dell’università Larry Cockrum, il Cumberland Athletic Properties e il direttore di atletica leggera Chris Kraftick, afferma il quotidiano.

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