Lockdown nazionale: “Tutta l’Italia zona rossa”. Segnatevi queste 2 date

di admin

Lockdown nazionale: “Tutta l’Italia zona rossa”. Segnatevi queste 2 date

| mercoledì 11 Novembre 2020 - 15:15

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Lockdown nazionale: “Tutta l’Italia zona rossa”. Segnatevi queste 2 date

enerdì 13 novembre, domenica 15 e martedì 17: sono queste le date segnate sul calendario del governo per decidere se il lockdown totale dell’Italia sarà realtà o rimarrà soltanto un’ipotesi. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro della Salute Roberto Speranza vorrebbero nel caso raggiungere il risultato senza un nuovo Dpcm e ancora sperano di poter fare dietrofront, visto che nel frattempo sul fronte dell’epidemia di coronavirus si registra qualche segnale di rallentamento (ieri il tasso di positività dei tamponi era al 16,1%, un punto percentuale in meno rispetto al giorno precedente). 

Lockdown nazionale: “Tutta l’Italia zona rossa o arancione entro martedì 17 novembre”

Ma Sars-CoV-2 continua a circolare e i 580 morti di ieri ricordano quelli della carneficina di marzo. Per questo il governo prepara un piano B che domani potrebbe diventare il piano A: ovvero aumentare le chiusure (quattro regioni vanno verso la zona arancione: Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto), esercitare la moral suasion nei confronti dei sindaci delle grandi città (Milano, Genova, Torino e Napoli) per ottenere maggiori restrizioni e controlli e, come ultima ipotesi, intervenire con le ordinanze del ministro Speranza per chiudere le regioni i cui governatori sono refrattari a muoversi per ragioni di popolarità. Il bollettino della Protezione Civile ieri registrava  35.098 contagi e 580 morti, con 2.971 persone in terapia intensiva (+122) e 28.633 persone ricoverate in reparto (+997). Il record appartiene alla Lombardia che ha sfondato quota 10mila nuovi casi in 24 ore. Il piano del governo prevede quindi:

  • Entro il 15 novembre una nuova stretta che porterà alcune regioni a diventare da gialle ad arancioni;
  • imporre quindi in questi territori un lockdown quasi totale che prevede la chiusura di bar, ristoranti e di quasi tutti i negozi (a parte quelli di generi di prima necessità) ma lascia aperte le imprese;
  • utilizzare per questo piano la moral suasion su sindaci e governatori senza dover varare un nuovo Dpcm;
  • nel caso la moral suasion fallisse, varare le ordinanze attraverso il ministero della Salute di concerto con la presidenza del Consiglio. (Continua…)

Secondo il Corriere della Sera per domenica il governo prevede che i tre quarti delle regioni siano in fascia arancione o rossa:  “Entro novembre va messo in sicurezza tutto — ha avvertito Boccia in una delle tante call —. Ogni intervento necessario deve essere fatto su scala territoriale”. I sindaci possono agire in base all’ultimo Dpcm, che affida loro il potere di chiudere intere aree delle loro città garantendo l’accesso a negozi e abitazioni. Chiudendo i negozi, si andrebbe ancora di più verso il lockdown totale chiesto dai medici e dagli esperti. Rischia anche la scuola in presenza per le elementari. Il quotidiano avverte che entro il 15 novembre si prevede che tre quarti delle regioni siano o arancioni o rosse. 

Emilia, Friuli e Veneto zone arancioni e la nuova stretta entro venerdì 13 novembre

Nel frattempo Speranza si prepara al monitoraggio di venerdì, ovvero al Report 26 che gli sarà fornito dall’Istituto Superiore di Sanità. E si prepara a far diventare zone arancioni Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto attraverso i governatori che dovranno varare le restrizioni senza costringere il ministero a emanare le ordinanze. La nuova stretta prevede una limitazione della circolazione tra regioni, la chiusura totale o parziale di bar e ristoranti e i controlli per evitare gli assembramenti. La stretta sui controlli nel week end è già stata annunciata dal ministero dell’Interno. (Continua…)

Poi c’è il caso Campania. Ieri è stata rinviata per l’ennesima volta la decisione sulla regione di De Luca, che rimane in zona gialla perché i suoi parametri, su cui i tecnici dell’Iss continuano a nutrire sospetti, sono ancora all’interno della “normalità”. È lampante capire perché Speranza non se la sente di intervenire sic stantibus rebus: se emana un’ordinanza per portare la regione in zona arancione o rossa senza che questa sia giustificata dai 21 indicatori o dalle regole appena scritte nel Dpcm rischia poi di farsela annullare davanti al tribunale amministrativo regionale di Roma. Generando caos e rimostranze anche da parte di chi in lockdown ci è già finito o rischia di finirci a breve. Oggi però arriveranno i nuovi dati e, avverte Repubblica, è probabile che la regione diventi zona rossa o che lo diventino almeno le province di Napoli e Caserta. 

L’ipotesi di proclamare un lockdown totale nazionale e generalizzato è invece rinviata a una data che va da domenica 15 novembre a martedì 17. Secondo Repubblica per martedì l’esecutivo deciderà se uniformare le restrizioni regionali, estendendo la zona rossa all’intero territorio nazionale. E a quel punto peseranno due parametri: la soglia psicologica dei quarantamila contagi giornalieri e l’eccessiva pressione su terapie intensive e ricoveri ordinari. In una lunghissima intervista rilasciata a La Stampa oggi Conte parla anche del lockdown generalizzato: “È vero – dice il premier – ci sono forti criticità, la curva sta salendo. Ma io mi aspetto che nei prossimi giorni, anche per effetto delle nostre misure, cominci a flettere. In ogni caso, lo ribadisco: il lockdown generalizzato non può essere la nostra prima scelta, avrebbe costi troppo elevati, significherebbe dire al Paese che non abbiamo una strategia. E invece noi una strategia ce l’abbiamo, e ci aspettiamo che dia risultati a breve”. 

“Escludo che si possa fare un lockdown come quello di marzo e aprile. Ma non escludo che ci possano essere misure ulteriormente restrittive, tra l’altro nel mese di novembre che, come è noto, è un mese che si può prestare a interventi restrittivi. Così come si è intervenuti in Calabria, Pimeonte, Lombardia e Valle D’Aosta nei giorni scorsi, ci potrebbero essere interventi in altre Regioni”, ha detto invece il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia. 

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