Italia, scoppia maxi focolaio: ci sono almeno 7 morti

di admin

Italia, scoppia maxi focolaio: ci sono almeno 7 morti

| giovedì 24 Dicembre 2020 - 19:37

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Italia, scoppia maxi focolaio: ci sono almeno 7 morti

Si è presentato al lavoro con sintomi simil-influenzali, giusto un po’ di febbre e tosse. Sottoposto a tampone, è risultato positivo al Coronavirus ma ormai il danno era fatto: a causa sua è scoppiato un doppio focolaio Covid con ben 7 morti e oltre 300 tra contagiati e soggetti finiti in quarantena.

È successo a Douglas County, nello stato americano dell’Oregon. È quanto hanno comunicato i funzionari sanitari statali, che hanno tracciato la mappa dei contatti, risalendo a quello che potrebbe essere stato il “super diffusore” del virus.

Secondo quanto riferisce il Wall Street Journal, che ha citato fonti vicine ai funzionari della contea di Douglas, una persona sarebbe andata a lavorare nonostante avesse mostrato i sintomi tipici dell’infezione da Sars-CoV-2. A lui, dopo essere risultato positivo, sono stati ricondotti due focolai successivamente segnalati nella stessa contea, con il risultato che centinaia di persone sono state costrette a mettersi in isolamento in attesa di sottoporsi a loro volta a screening.

“Uno di questi focolai ha provocato sette morti e l’altro ha fatto mettere in quarantena oltre 300 persone”, ha detto in una dichiarazione Bob Dannenhoffer, funzionario della sanità pubblica della contea di Douglas. “Non possiamo nemmeno immaginare il tremendo rimorso che queste persone stanno provando in questo momento, siamo vicini a tutti loro”.

Non è stato reso pubblico il nome del luogo di lavoro dove è iniziata la catena dei contagi o quella della persona che per prima ha trasmessa il virus, ma il caso è emblematico di cosa può accadere se si sottovalutano i sintomi del Coronavirus. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria, la contea ha registrato 37 morti e almeno 1.315 casi.

Il bilancio delle vittime di uno dei focolai provocati dal lavoratore infetto rappresenta quasi un quinto di quelle segnalate dall’inizio della pandemia.

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