Il calcio Italiano trema per il suo campione. “Ho pensato al suicidio”. Viene fuori solo ora la dura lotta contro la malattia

di admin

Il calcio Italiano trema per il suo campione. “Ho pensato al suicidio”. Viene fuori solo ora la dura lotta contro la malattia

| giovedì 13 Febbraio 2020 - 10:00

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Il calcio Italiano trema per il suo campione. “Ho pensato al suicidio”. Viene fuori solo ora la dura lotta contro la malattia

Sebino Nela, ex terzino della Roma, in una lunga intervista ha rivelato un racconto choc. Tantissimi argomenti sono stati trattati durante l’incontro con il giornalista, in cui si è parlato de passato del campione giallorosso e della sua esperienza in serie A, al ruolo di responsabile della Roma femminile.

Ma si è toccato un argomento molto delicato: Quello della sua lotta contro il cancro. Ad una domanda del giornalista Sebino Nela risponde con queste drammatiche parole: «Con quello che ho passato, diciamo che sto bene. Devo fare un’altra operazione a breve. Più breve tempo possibile. Sarà la quarta. Non ce la faccio più…» Parole che gelano e fanno tremare di paura.
Continua…

E continua con queste parole l’ex giocatore giallorosso: «Che operazione? Ho il retto addominale aperto, le viscere spingono, mi esce sempre questo bozzo non bellissimo da vedere. Devo fare pulizia di un po’ di schifezza e mettere una rete di protezione. Dopo di che, continuerò i miei controlli ogni sei mesi», Le sue affermazioni drammatiche lasciano solo intravedere quanto stia soffrendo, in questa lotta contro il cancro.

Durante l’intervista ha confessato: «L’umore? Va e viene. Leggere o sentire ogni volta di persone che conosco che se ne vanno da un giorno all’altro mi spegne un poco». E con grande commozione continua… «Due anni e mezzo di chemio non sono uno scherzo. Ti guarisce una cosa e te ne peggiora un’altra. Ho avuto degli attacchi ischemici. Ma la pressione è a posto, prendo tre pasticche al giorno e faccio la mia vita normalissima» Continua…

Adesso il cancro sembra solo un ricordo lontano. «La cosa brutta di questo male è che gioisci, dici ho vinto, e poi scopri che a distanza di sei, sette, otto anni ritorna. Il cancro quando arriva non ti lascia più. Torna come realtà o come minaccia. Sta sempre lì». «Vialli e Mihajlovic? Mi ha turbato molto saperlo. A Sinisa mando messaggi attraverso il nostro amico comune Vincenzo Cantatore. Con Gianluca eravamo in camera insieme al mondiale di Messico ’86. L’ho incontrato poche settimane fa, a Roma-Juventus. Ci siamo abbracciati. ‘Guarda che non si molla un cazzo’, gli ho detto. ‘Nemmeno di un millimetro’».

«Se ho visto la morte in faccia? Ho metabolizzato questa cosa. Non so quante volte mi sono ritrovato di notte a piangere nel letto. Ci ho pensato un miliardo di volte. E sai che ti dico, se domani dovesse succedere, ‘sti cazzi…’. Ti parte un film di tutto quello che hai fatto, il bene e il male. Alla fine, sono soddisfatto della persona che sono. Non ho rimpianti, posso morire anche domani». Un uomo di grande coraggio Sebino Nela, che non si tira indietro.E ammette che anche lui come Agostino Di Bartolomei ha pensato di compiere un gesto davvero tragico: «Perché si è ucciso? Lo stimavo immensamente. Un capitano vero. Come devono essere i capitani. Era malato dentro, nell’anima. Ci ho pensato anch’io, spesso, negli anni duri della malattia, ma non ho mai trovato il coraggio». Un vero campione in campo e nella vita Sebino Nela!

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