Coronavirus, come riconoscere la variante inglese: ecco i sintomi

di admin

Coronavirus, come riconoscere la variante inglese: ecco i sintomi

| martedì 16 Febbraio 2021 - 13:34

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Coronavirus, come riconoscere la variante inglese: ecco i sintomi

In tutta Europa si sta provando ad accelerare al massimo la campagna vaccinale contro il Covid-19 per neutralizzare le varianti. Occorre vaccinare più persone possibile per evitare che una delle varianti possa divenire ‘dominante’ e mettere a rischio la stessa copertura vaccinale.

Nel Vecchio Continente, e di conseguenza in Italia, l’allarme maggiore è rappresentato dal VOC B.1.1.7, la cosiddetta variante inglese del virus. Che rappresenta una percentuale media del 17,8% sul numero totale dei contagi ed è caratterizzata da maggiore trasmissibilità. Un allarme ulteriore arriva ora dai consulenti del governo britannico, secondo i quali potrebbe essere fino al 70% più mortale rispetto a quelle precedenti. (Continua..)

Proprio il governo ha pubblicato i dati raccolti dal New and Emerging Respiratory Virus Threats Advisory Group – che comprende esperti di università ed enti pubblici di tutto il Regno Unito – al termine di una ricerca preliminare del 21 gennaio. Alla base del nuovo rapporto una dozzina di studi, in cui sono stati confrontati i tassi di ospedalizzazione e mortalità tra le persone infette dalla variante e quelle positive ad altre, hanno rilevato come questa variante è probabilmente più letale rispetto ad altre varianti in una misura che varia dal 30% al 70%.

I risultati ottenuti da test con tampone e questionari raccolti tra giugno 2020 e gennaio 2021 nell’ambito dello studio React condotto dall’Imperial College London hanno permesso di evidenziare la sintomatologia tipica della variante Uk. Gli scienziati hanno confrontato i sintomi segnalati a gennaio, quando la variante è esplosa, con quelli riportati a novembre e dicembre precedenti. (Continua..)

Nel primo mese del 2021 la perdita dell’olfatto non era così comune rispetto alla fine del 2020, ma la tosse è stata segnalata più di frequente. Dunque meno perdita di gusto e olfatto e più problemi di tosse. Joshua Elliott, della School of Public Health dell’Imperial College London, spiega: “Con il progredire della pandemia e l’emergere di nuove varianti, è essenziale continuare a monitorare come il virus colpisca le persone”.

Oltre a qualche differenza sintomatologica, la variante inglese presenta come detto una elevata trasmissibilità anche nei soggetti meno esposti. “I risultati dell’analisi sono preoccupanti. La maggiore trasmissibilità significa che le persone che in precedenza erano a basso rischio di contrarre il Covid, in particolare le donne più giovani in forma, ora lo prendono e finiscono in ospedale. Gli ultimi dati sui ricoveri suggeriscono un rapporto uomini/donne di quasi 50:50 rispetto una prevalenza di uomini nella prima ondata”.

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