Chiara Ferragni, quanto guadagna con i social? Conto svelato, numeri da capogiro

di admin

Chiara Ferragni, quanto guadagna con i social? Conto svelato, numeri da capogiro

| mercoledì 26 Giugno 2019 - 10:29

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Chiara Ferragni, quanto guadagna con i social? Conto svelato, numeri da capogiro

Wired.it fa un’analisi dettagliata di quanto guadagna Chiara Ferragni che vi riportiamo qui di seguito. Tanti followerma quanti soldi? Chiara Ferragni è l’influencer numero uno al mondo, volto di campagne pubblicitarie nei cinque continenti e donna capace di raccogliere a strascico mi piace sui social. Si è inventata dal nulla un mestiere e ha raggiunto la fama cavalcando con abilità internet: è la figlia del secolo. Dietro a una foto scattata alla perfezione e postata con la giusta didascalia c’è un lavoro maniacale e un discreto movimento di denaro. Ma niente cifre da capogiro: nell’universo dei ricchi, il pianeta-Ferragni è molto distante dal sole e le sue aziende incassano complessivamente non più di molte piccole imprese italiane con consolidate idee di business.  

Sono tre le società italiane nelle quali Chiara Ferragni figura come socio rilevante: Tbs Crew, che si occupa di consulenza in campo pubblicitario, di stile e di marketing; Serendipity, che concede la gestione del marchio della moda ‘Chiara Ferragni’; Sisterhood, una società ancora senza conti, fondata il 19 dicembre del 2017 che per il 99% è nella mani della Chiara. L’ex studentessa della Bocconi risulta possedere anche lo 0,8% di Foorban, il ristorante a domicilio fondato dal suo ex – socio e fidanzato – Riccardo Pozzoli. Il grosso del denaro mosso da Chiara Ferragni passa da sempre per Tbs Crew – dove Tbs sta per The Blonde Salad, il nome del primo storico fashion blog dell’etere. L’azienda gestisce la comunicazione dell’intera scuderia di Chiara e la Ferragni, che possiede il 55% delle azioni, condivide la proprietà con la Esuriens di Pasquale Morgese che ha in mano il 45% delle quote.

Tbs Crew nel 2018 ha fatturato 5,7 milioni di euro e ha raggranellato unutile di 98mila euro. Rispetto all’anno precedente le cose sono migliorate, pure parecchio: il 2017 era stato chiuso con ricavi a 5,6 milioni di euro, ma un risultato netto negativo di -163mila euro. Dal 2014 (quando erano a 1,2 milioni) i ricavi della società sono cresciuti con buon ritmo, fino a stabilizzarsi poco oltre i cinque milioni e mezzo negli ultimi due anni. Sul fronte della redditività l’azienda non dà certezze e a fine 2018 si è registrata un’inversione di tendenza anche sulle disponibilità liquide, complice il pesante rosso del 2017: al 31 dicembre 2018 Tbs poteva contare su 680mila euro di liquidità, quasi un quarto in meno delle riserve di fine 2017 quando in cassaforte c’erano complessivamente più di 900mila euro (erano 348.304 nel 2016 e 202.154 nel 2015).

In un anno sono cresciuti anche crediti e debiti. A fronte di crediti vantati per 1,08 milioni di euro (contro gli 850mila euro dell’anno precedente), Tbs risulta essere appesantita da 1,8 milioni di euro di debiti, di cui 1,48 milioni verso i fornitori e 133mila di debiti tributari. Nel 2017 in totale i debiti erano poco più di 1,5 milioni di euro. Come si legge dal verbale dell’assemblea del 23 aprile 2019, l’utile da 98.317 euro è stato “portato a nuovo”: è rimasto cioè in pancia alla società e agli azionisti non è stato staccato alcun dividendo. Ferragni, che è anche presidente della Tbs, si è potuta accontentare del compenso riservato agli amministratori. 

Gli organi sociali, ovvero Chiara Ferragni, gli altri due componenti del consiglio di amministrazione e i sindaci, nel 2018 si sono spartiti 392mila euro e con ogni probabilità la divisione non è stata in parti uguali. Nel prossimo triennio i soli tre consiglieri di amministrazioni freschi di riconferma, la numero uno Chiara, Fabio Damato e Alessandro Marina, potranno contare su una dote altrettanto generosa, intorno ai 310mila euro all’anno. Inoltre, come è emerso in via semi-ufficiale nei giorni scorsi, la stessa assemblea di fine aprile ha confermato per tutti i dipendenti della società un bonus legato “al raggiungimento di particolari obiettivi economici che dovrebbe valere 3400 euro a testa. Quello che non è stato risolto è il conflitto tra Ferragni e l’altro socio Esuriens, che in assemblea si è riservato “il diritto di agire ai sensi di legge a tutela dei propri” interessi. A turbare la pacifica convivenza è una poltrona in cda: Esuriens, che a settembre 2017 è passata dalle mani di Riccardo Pozzoli a quelle di Morgese per 750mila euro, rivendica la nomina di uno dei tre consiglieri di amministrazione. (Continua….)

Forte del suo 45%, Esuriens chiede di rispettare un vecchio patto parasociale siglato dalla Ferragni ai tempi di Pozzoli. Ma per l’azionista di maggioranza quel patto non è valido senza Pozzoli e quindi Morgese si deve accontentare di osservare le gesta del triumvirato Ferragni-Damato-Marina augurandosi “un aumento più consistente dei ricavi d’esercizio”, come si legge nel verbale dell’assemblea dove ha parlato per bocca di un suo rappresentante. Eppure, Ferragni e Morgese collaborano su diversi fronti. L’imprenditore pugliese realizza su licenza le scarpe firmate Chiara Ferragni nei suoi stabilimenti di Barletta, in Puglia, e i due sono soci anche in Serendipity, una sorta di cassaforte dove vengono versate le royalty generate dalla gestione del marchio ideato dall’ex studentessa della Bocconi. Secondo quanto è stato possibile ricostruire, la Serendipity non ha ancora messo nero su bianco i dati di bilancio del 2018 e ci si può basare solo sui numeri aggiornati al 31 dicembre 2017. In quell’esercizio la società aveva mosso complessivamente 1,7 milioni di euro, generando un utile netto di 272.965 euro. A differenza di quanto avvenuto con Tbs Crew, nell’assemblea del 13 aprile 2018 i quattro soci di Serendipity hanno deciso di distribuire un dividendo pari all’intero utile. Al socio finanziario Alchimia che guida il gruppetto degli investitori con il 40% delle azioni sono andati circa 109mila euro; a Chiara Ferragni è stato staccato un assegno da quasi 90mila euro, in virtù del possesso del 32,5% delle azioni; alla Esuriens di Pasquale Morgese sono andati poco più di 37mila euro. Proprio quanto incassato dal quarto socio: N1 si occupa dei prodotti firmati Ferragni diversi dalle scarpe e, come Esuriens, di Serendipity possiede poco più del 13%.

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