Bimbi uccisi in diretta sul web: ragazzi italiani pagavano per vedere

di admin

Bimbi uccisi in diretta sul web: ragazzi italiani pagavano per vedere

| mercoledì 15 Luglio 2020 - 19:00

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Bimbi uccisi in diretta sul web: ragazzi italiani pagavano per vedere

Notizia certificata e riportata da Repubblica. In chat parlavano di stanze segrete, raccontavano di torture in diretta su minori poi uccisi, violenze sessuali, della possibilità di interagire in tempo reale con gli aguzzini. Pagando in bitcoin. Molti bitcoin. E’ quanto hanno scoperto i carabinieri di Siena nel corso dell’inchiesta della procura dei minori di Firenze sulla chat “Shoah party”, partita un anno fa quando una mamma aveva scoperto video e foto proibite sul cellulare del figlio minorenne.

In una chat il ragazzino custodiva e scambiava con altre persone, anche suoi coetanei sparsi in Italia, foto e video inneggianti al nazismo e all’Isis e spesso anche contenenti scene di violenza sessuale. Adesso ci sono altri nuovi indagati: tra questi, un ragazzo e una ragazza, entrambi diciassettenni, entrambi piemontesi. Come spiegato dai carabinieri, è emersa proprio dalle chat dei due diciassettenni “l’esistenza di questi siti criptati ai quali accedere tramite dark web e pagamenti in criptovalute”. (Continua…)

I “servizi” hanno ricostruito gli investigatori, hanno costi diversi a seconda se si voglia assistere in diretta o vedere video registrati (in questo caso si paga meno).  I carabinieri hanno inoltre riferito che i video in diretta si concludono, secondo i loro accertamenti, “con la morte del bambino di turno”, di solito originario del sud est asiatico, questo è quanto si legge su alcuni messaggi scambiati dai ragazzini in chat.

Le indagini avrebbero appurato che “si può interagire a pagamento con gli aguzzini, chiedere che venga amputato un braccio, che venga versato sul corpicino olio bollente etc. I luoghi segreti dove avvengono queste pratiche sono detti red rooms. Le richieste live hanno costi molto rilevanti e assicurano guadagni altissimi alle organizzazioni straniere che compiono tali atti disumani” spiegano gli investigatori dell’Arma senesi. (Continua…)

Al momento in questa inchiesta sono indagate 25 persone, tutti minorenni e sparsi in varie parti d’Italia. A svelare i contenuti della red room è stata la lettura della chat di un ragazzo, 17 anni, hacker esperto, che si è immerso in un livello profondo del deep web: nella chat il ragazzo parla con una sua amica e le descrive quello che accade in quelle stanze nascoste. Le indagini hanno svelato le modalità di accesso al deep web, dove vengono acquisite e poi fatte circolare le immagini “gore”, con esecuzioni, omicidi, smembramenti, atti sessuali compiuti in danno di animali, estrapolazioni di organi, castrazioni, immagini raccapriccianti e pedo-pornografia ai danni di bambini piccolissimi.

Le immagini rinvenute e già sequestrate sono di tre tipologie: video pedo-pornografici auto realizzati da minori, che si riprendono nudi od intenti al compimento di atti sessuali, video realizzati da adulti, relativi ad atti sessuali e violenze compiuti da soggetti minorenni (anche di sesso femminile), anche in tenerissima età (2-4 anni) e video “gore” (video di violenza), per lo più associati a simboli nazisti. Nel corso delle perquisizioni di oggi sono stati sequestrati telefoni cellulari, personal computer, tablet, chiavette usb e memorie esterne, i cui contenuti verranno successivamente analizzati dai carabinieri di Siena.

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